Napoli, ti sono vicino, e non per la vincita alla Lotteria. Lo so: le parole sono inutili.
Ma davanti ad un Calderoli che di Napoli dice che non è in Italia, rovescio il ragionamento (e mi preparo a molte pernacchie che mi saranno riservate), e sostengo che la colpa per Napoli è dell’Italia, non di quella città.

Lo Stato è arrivato a Napoli, in quegli angoli, da quella gente. Ed ho visto al TG5 come l’ha trattata. Non c’era bisogno di prendere a manganellate quell’uomo che si era issato nella cabina di guida di un escavatore per fermarlo e sabotare l’operazione di polizia. Lo avevano immobilizzato, non poteva fuggire, perché colpirlo duramente?
Quella gente, ripeto, pensa alle proprie vite, sperando che ai giochi sporchi ponga fine lo Stato.
Ma lo Stato che cosa fa? Stamani su “Repubblica” il presidente della Regione, Antonio Bassolino (spiegando che le sue dimissioni non servirebbero a nulla) ha scritto: “Sono riuscito a far costruire, tra mille opposizioni e proteste, i 7 impianti per produrre il Cdr (Combustibile derivato dai rifiuti). Per aprire il cantiere di Acerra ho dovuto fare i conti con ostacoli di ogni tipo e violente contestazioni. C’erano comitati civici, ambientalisti fondamentalisti, vescovi che predicavano contro i rifiuti-demonio, disoccupati organizzati, esponenti del centrodestra e del centrosinistra che si mettevano a capo dei cortei a caccia di consenso”.
Forse ha ragione Di Pietro a chiedergli le dimissioni, non se se abbia torto Bassolino nel restare sulla poltrona che occupa. In questo momento è forse un aspetto secondario, più ideale che sostanziale. Mi incuriosisce un particolare di questa lettera di Bassolino: “vescovi che predicavano contro i rifiuti-demonio”.
Qualcuno a Napoli è in grado di procurarci la documentazione, un discorso, non per far polemiche, ma soltanto per curiosità. Per capire se si scambia per demonio qualche operazione illecita che andrebbe perseguita penalmente e non avversata con preghiere o processioni.
Il male «arte e fattura diabolica» è una storia vecchia, già raccontata da un catto-illuminista, Alessandro Manzoni.