1619, il dotto, ricco Gambalunga muore

Una strada, un palazzo (1610-1614) da 70.000 scudi, e la Biblioteca di Rimini sono a lui intitolati. Alessandro Gambalunga è nipote di un maestro muratore lombardo approdato poi alla mercatura, e figlio di un commerciante «da ferro» arricchitosi con gli affari e le doti di quattro matrimoni. Nel 1583 a circa trent’anni si laurea in Diritto civile e canonico a Bologna._ La sua famiglia rappresenta il miracolo economico di quegli anni, un «felice momento» della città «confermato dagli svolgimenti nell’edilizia privata», ovvero le residenze dei nobili e dei notabili, e «dalla cura posta dalle autorità pubbliche nei restauri al porto, ai ponti, alla fontana», nel riassetto viario e nell’apertura di nuove strade (G. Gobbi e P. Sica. «Rimini», 1982)
Nel testamento datato 25 settembre 1617 dichiara che i suoi libri «s’habbino meglio e più lungamente conservare, poiché concerne pubblico commodo, utile et honore». La sua libreria dovrà essere aperta a tutti e quindi passa al Comune, ci sarà un bibliotecario («persona di lettere idonea ed atta») stipendiato con i propri soldi e nominato dai Consoli della città. Altra somma destina per nuovi libri ed il restauro di quelli vecchi. Il 9 agosto 1619 nomina il bibliotecario, un dottore in legge suo amico, Michele Moretti, che diventa pure amministratore dei suoi beni. Il 12 agosto, Alessandro Gambalunga scompare lasciando 1438 volumi. Moretti resta in carica sino al 1649. Tra 1711 e 1715 è bibliotecario Ignazio Vanzi. Dal suo nipote Giuseppe [1734] discende la pronipote Maddalena [1836] che sposa Gaetano Nozzoli, padre di mio nonno Romolo [1876-1966]. Nel 1938 e nel 1960 mio padre Valfredo [1901-1974] fu vicedirettore alla Gambalunga.
La Biblioteca Gambalunga è la prima civica d’Italia. In Emilia nascono molto dopo quelle di Modena (1750), Ferrara (1753), Bologna (Universitaria, 1756), Parma (1769) e Piacenza (1778). Rimini aveva allora un’altra biblioteca, aperta a tutti (ovvero “pubblica”, la prima in Italia): quella di San Francesco, a fianco del Tempio di Sigismondo, sorta per volere di Galeotto Roberto Malatesti (1430).
Alessandro Gambalunga nasce da Giulio (+7.4.1598), e sposa nel 1592 Raffaella Diotallevi, figlia di Giovanni Battista. I suoi beni sono da lui lasciati ad Armellina Gambalunga, figlia del fratello Francesco. Francesco nasce da Ginevra Bartolini, la seconda delle quattro mogli di Giulio Gambalunga. Alessandro è forse figlio della terza moglie del padre Giulio, Armellina Pancrazi.
Armellina Gambalunga (+1638) nel 1603 sposa il bolognese Cesare Bianchetti (1585-1655) con cui genera nove figli. Delle sei femmine, cinque entrano nella vita religiosa. Dei tre maschi, Giovanni diviene abate, e Giulio da Ottavia Pavoni ha il figlio Alessandro e da Marina Diplovatazi in seconde nozze nel 1654 ha Giulio Cesare, marito di Anna Teresa Balducci nel 1675 ed erede ufficiale dei beni del ceppo gambalunghiano. Ultimo discendente del ramo bolognese, è Giulio Sighizzo Bianchetti marito di Gertrude Albergati, morto nel 1761.
Gli eredi Gambalunga hanno due case coloniche ed annessi terreni nella parrocchia delle Celle (1786). Dove ci sono pure le possessioni dei nobili Agolanti, Cima e Martinelli.

Gambalunga, ricordi di casa. Mio padre Valfredo Vice Bibliotecario.

Antonio Montanari


1619, il dotto, ricco Gambalunga muoreultima modifica: 2019-02-13T17:42:28+01:00da rimino
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