Gladiatori

La scuola dei gladiatori di Pompei è crollata. Forse un giorno si saprà se per colpa della ministra Gelmini, intenta a favorire i gracili figli della Lega o le muscolose ragazze in fiore del suo partito. Alcune di loro si esibiscono già nelle arene tv con la grinta ridicola di chi sostiene tesi infondate. Come quella sui colpi di pistola indirizzati al direttore di un quotidiano filogovernativo, Belpietro. A sparare è stato soltanto il capo-scorta del giornalista. E non si sa ancora contro chi.

Nella scuola pompeiana si radunava la maschia gioventù portata poi ad esempio per i giovani italiani nel Ventennio. Sono nato nel 1942 e sono stato soltanto figlio della Lupa. Me ne è bastato perché le prime immagini che ricordo sono quelle della guerra appena conclusa. Non so quali memorie conservi chi ha vanamente proposto di far cantare a Sanremo, da qualche gladiatore d’avanspettacolo magari in mutande di pizzo, l’inno fascista intitolato “Giovinezza”. In mutande di pizzo e con trucco pesante da gladiatore suonato, farei salire sul palcoscenico del festival canzonettaro il principino ballerino di Casa Savoia.

Per gli esperti ci sono indicatori precisi con cui misurare il grado di evoluzione della società. Da questo paniere culturale vorrei buttar via parecchie cose imposte a tutti con i soldi di tutti per far fare bella figura a pochi: dai plastici dei vari delitti che esibisce Bruno Vespa, ai cretinismi delle notizie offerte dai tg con resoconti annacquati e verità dei fatti sterilizzata.

Seguirei i suggerimenti dell’Onu per calcolare l’Indice di Sviluppo Umano 2010: oltre il prodotto interno lordo, ci sono pure scuola e salute. E poi ascolterei volentieri dibattiti in tv su queste parole del governatore di BankItalia, Mario Draghi: “I giovani pagano la crisi”, per cui occorre dare loro una prospettiva di certezza con un posto fisso ai precari. Che ora sono quasi sei milioni.

Obama ha perso le elezioni, e se ne è assunto la responsabilità. Da noi non usa. Piero Ostellino ci spiega che le idee di Obama sono sbagliate: soltanto il Partito del The capisce i bisogni dell’individuo. Lo scrittore Moisés Naìm ritiene invece che se esso governasse, ad Africa e Asia andrebbero meno aiuti con conseguenze drammatiche.

Giuseppe De Rita per l’Italia si accontenterebbe di un governo dei miti. Che non sono il plurale di mito. C’è già chi si considera tale. Ed ha fatto scuola. Bersani lontano dai giovani del Pd sembrava un vecchio gladiatore. [1015]

Gladiatoriultima modifica: 2010-11-07T18:06:00+01:00da rimino
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