Fuoco amico contro Boffo

Blog_boffo_31.08.2009

Ipotizzavo qui due giorni fa: forse dietro la scandalo che ha coinvolto Dino Boffo, c’è la diabolica volontà di mettere in pratica il grido di battaglia dei devoti della libertà, “Chi tocca il cavaliere muore”. Mi chiedevo: “Insomma, Boffo è stato punito dai suoi?”

Oggi abbiamo la conferma. Si è trattato di fuoco amico. Le carte giunte a Feltri provengono da ambiente “ecclesiastico”, sono le stesse fatte girare tempo fa nelle curie italiane e indirizzate a vescovi e cardinali.

A Feltri sono arrivate in seconda battuta. Uno “scherzo da prete” contro Boffo giocato con due documenti.

Uno vero ed uno taroccato. Quello vero è la fotocopia di un certificato del casellario giudiziale.

Quello taroccato è “la nota informativa” di cui “il Giornale” ha parlato il 28 scorso come di un testo che “accompagna” il rinvio a giudizio.

La notizia data dal quotidiano diretto da Feltri non è vera, stando a quanto rivelato oggi da Paolo Foschini sul “CorSera“. Quella nota accompagna, soltanto nelle lettere anonime, il “rinvio a giudizio“.

E’ la cosiddetta “informativa”. Un testo anonimo, per questo ancora più pericoloso, perché dimostra l’alleanza con l’artiglieria berlusconiana da parte di certi ambienti ecclesiastici che hanno voluto punire Boffo per avere criticato l’etica privata del cavaliere.

Non significano nulle le smentite di Maroni o di Rutelli. Rientrano nei protocolli delle burocrazie ufficiali. Certe carte non sono protocollate dalle questure, non passano nei faldoni di “servizi” regolari.

Certa gente in certi ambienti e con certe amicizie vive soltanto di questi espedienti, fabbricare accuse, inventare documenti, creare casino.
Nulla di cui scandalizzarsi. E nulla di nuovo sotto il sole, tanto per citare la Bibbia. Non preoccupano loro, quelle certe persone che agiscono da spie o controspie. L’Italia è abituata a loro da tempo, e prima poi arriva un Cossiga ridens a smentire tutto.

Desta allarme piuttosto l’utilizzo che ne ha fatto il neo direttore de “il Giornale”. Assunto da poco proprio soltanto per spezzare le reni agli oppositori del leader maximo. Non significa nulla la postuma dissociazione del capo del governo.

Il fatto che i vescovi avessero già ricevuto quelle carte anonime, non deve mettere il cuore in pace. La prosa un po’ zuccherosa di Boffo in risposta alle accuse, terminava con un oscuro (!) richiamo a qualche “volpone o volpina” visti aggirarsi a Rimini “per gli stand dell’ignaro Meeting”.

“Ignaro” sì ma inquietante per la cronaca, stando a quanto riportato ieri dal “CorSera”: sabato scorso nella sorvegliatissima sala-stampa del Meeting hanno rubato un telefonino ed un computer. Indovinate a chi? A Franco Bechis, direttore di “Italia Oggi” e futuro vicedirettore di “Libero”.

Una domanda agli esperti di Diritto. Boffo che  stando alle sue parole, chiude da innocente la questione delle molestie per non coinvolgere il vero responsabile (un giovane poi deceduto), più che un gesto di carità come lo presenta lui, non compie di fronte alla legge qualcosa che potrebbe esser stato penalmente perseguibile?

[31.08.2009, anno IV, post n. 249 (969), © by Antonio Montanari 2009. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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Fuoco amico contro Boffoultima modifica: 2009-08-31T16:51:00+02:00da rimino
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