Di Pietro ha ragione

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Ha ragione Di Pietro. Il presidente Napolitano (circa il pacchetto sicurezza) avrebbe dovuto inviare un messaggio alle Camere, non una lettera privata ad alcune cariche dello Stato tra cui i presidenti dei due rami del parlamento.

L’odierna lettera aperta di Di Pietro a Napolitano, gira attorno a questo tema. Ed ogni altra considerazione (tipo: si rispetti il capo dello Stato, non si polemizzi con lui), non ha alcun valore. Soprattutto perché c’è di mezzo il “lodo Alfano“.

Nello scorso febbraio, ci siamo permessi di scrivere: “Napolitano ha abbandonato quella linea di prudenza istituzionale che gli era apparsa necessaria in vista del traguardo delle riforme condivise. Davanti al ripetersi di un contrasto insanabile con palazzo Chigi, Napolitano non poteva aderire ad un decreto che non riguarda questioni politiche come il “lodo Alfano”, ma ben più delicate e sottili questioni giuridiche…”.

Aggiungevamo che Carlo Federico Grosso aveva scritto nel luglio 2008 sulla “Stampa” parole profetiche: “Di mediazione in mediazione, il quadro delle riforme compiute o in gestazione […] è comunque desolante. Si è trasformato il presidente del Consiglio in una sorta di Principe liberato, sia pure a termine, dalle normali, doverose, responsabilità giudiziarie…”.

Il 27 settembre scorso, sotto il titolo di “Lodo Collodi“, segnalavamo: “L’art. 1 è uguale all’art. 1 comma 2 del “lodo Schifani” (2003) dichiarato incostituzionale dalla Suprema Corte nel 2004.” A questa obiezione sollevata da molti cittadini, il Colle non ha mai dato risposta.

Di Pietro ha ragione poi quando chiede una risposta “nel merito”. Le parole usate da Napolitano il 20 luglio, in riferimento all’osservazione del leader dell’Idv di usare la piuma d’oca per difendere la Costituzione, era stata forte: “Sempre meglio di un vano rotear di scimitarra”.

Così come il suggerimento si andare a leggere “Lo scrittoio del presidente” di Luigi Einaudi.
Dato che anche per le norme di Diritto valgono i contesti, è proprio l’antefatto del “lodo Alfano” che inquieta molti che, pur conoscendo bene la Costituzione, si sentono rinfacciare dal capo dello Stato di averla compresa poco.

La maledizione politica di questa legislatura si chiama “lodo Alfano”, senza di esso la questione della lettera di Napolitano sul pacchetto sicurezza avrebbe avuto un altro senso. Appunto, come si diceva, quello che conta è il contesto in cui collocare, leggere, interpretare una norma. Che d’altro canto è molto semplice. La ripetiamo. Art. 74 della Costituzione: “Il presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con un messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione”.

ARCHIVIO:
1. La mossa, 16 luglio 2009
2. Senza precedenti, 17 luglio 2009
3. Scalfari e Napolitano, 19 luglio 2009

[22.07.2009, anno IV, post n. 210 (930), © by Antonio Montanari 2009. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it

Di Pietro ha ragioneultima modifica: 2009-07-22T17:57:50+02:00da rimino
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