Paolo Cevoli «proibito»

Cevolblog Il comico riccionese Paolo Cevoli, una delle colonne portanti della satira televisiva con le sue apparizioni a «Zelig», è stato censurato dal politici romagnoli.

Per domenica 21 nelle tre province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, è stata organizzata una manifestazione culturale rivolta a promuovere la conoscenza del patrimonio bibliotecario e museale locale. L’opuscolo che la reclamizza contiene tre immagini (una per provincia) di altrettanti personaggi indigeni ma «extra-vaganti», cioè non legati al mondo della cultura e delle biblioteche: Martina Colombari per Rimini, Marco Melandri per Ravenna ed appunto Paolo Cevoli per Forlì-Cesena.

Ognuno dei tre ha consegnato alla storia una frase memorabile: «I musei di Romagna sono piccoli scrigni che racchiudono tesori di grande bellezza» (l’ attrice Colombari), «C’è chi corre più veloce di me: è il pensiero di chi legge un libro» (il campione motociclistico Marco Melandri), e «Un buon libro è la compagnia più intelligente che un uomo possa trovare. Ogni tanto però ci vuole anche un po’ di solitudine con qualche passerina ignorante» del comico Cevoli.

Sinceramente, le parole di Cevoli sono le uniche che hanno un senso. Per quanto «extra-vagante», cioè esterno all’ambiente che domenica si vuol valorizzare, il comico è l’unico che può vantare in fatto di cultura alcune credenziali di indubbio valore.

Se belle si nasce e campioni si diventa correndo in moto grazie ad intelligenza e coraggio propri e tecnologia altrui, il comico è l’unico intellettuale della compagnia perché ogni sua apparizione sopra un palcoscenico richiede studio, preparazione e capacità stilistiche che sono le uniche qualità compatibili con il mondo delle biblioteche.

Orbene la frase sulla «solitudine con qualche passerina ignorante» da godere come intervallo alle lunghe ore di studio, ha scandalizzato molti addetti ai lavori e tanti politici sia reazionari sia progressisti, sia maschi sia femmine.

L’effetto finale, è stato la censura sul comico ed il ritiro della pubblicazione che riporta la sua massima «immorale» sulla «passerina ignorante». Ma il ritiro è avvenuto quando la pubblicazione (gratuita) si era già esaurita, dopo il primo accenno di scandalo. Diventerà un oggetto di culto. Sarà un pregiato reperto del collezionismo dei bibliomani che troveranno conforto forse soltanto nel possedere quelle pagine colorante, e non nel mettere in pratica il suggerimento di Cevoli.

Al sequestro (divenuto praticamente impossibile), ha fatto sèguito anche una dichiarazione degli organizzatori con tanto di pubbliche scuse a chi si fosse ritenuto offeso dalle parole del comico.

A difesa di Paolo Cevoli si potrebbe citare l’illustre esempio dell’opera comica di un tal Dante Alighieri sepolto proprio in Romagna, a Ravenna, che in essa fece anche ricorso a quello che i benpensanti chiamano sbrigativamente turpiloquio.

Per non incorrere in analoga censura, tralascio le citazioni dirette dal poema in cui appaiono certi termini scandalosi, ma riprendo da un fresco libro di Franco Ferrucci, «Lo stupore e l’ordine» (editore Liguori), l’accenno contenuto in una nota (pp. 146-147). In essa si spiega che assieme a quelle che si considerano parolacce, appare pure il termine «comedìa» (poi popolarmente reso come «Commedia», ed arricchito in «Divina Commedia»), come se il linguaggio di Dante stesse facendo «le sue prove di quanto può spingersi nella lontananza del silenzio divino» nell’Inferno.

I politici romagnoli hanno buttato all’Inferno dei seminatori di scandali il buon Paolo Cevoli che invece meriterebbe un seminario di dotti italianisti sull’uso del linguaggio comico nel parlar corrente e nella triade cinema-teatro-televisione. Se ci si scandalizza tanto per la sua ridanciana «passerina ignorante», immaginiamoci che cosa succederà in futuro per discorsi più impegnativi. Li prenderanno sul serio o si metteranno a ridere, i nostri politici?

Antonio Montanari

Paolo Cevoli «proibito»ultima modifica: 2007-10-19T15:51:12+02:00da rimino
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