Sotto Veltroni, il papa

Grillocofferati Alcune cose lette od accadute nelle ultime ore.

1.

Il caso di Bologna nato dall’accordo tra il sindaco Cofferati ed An sul tema della sicurezza, fa vacillare la giunta comunale ma spiazza Fini a destra favorendo Storace.


2.

Velletri. Il papa parla: «La vita è in verità sempre una scelta: tra onestà e disonestà, tra fedeltà e infedeltà, tra egoismo e altruismo, tra bene e male».«È necessaria quindi una decisione fondamentale: la scelta tra la logica del profitto come criterio ultimo nel nostro agire e la logica della condivisione e della solidarietà». Per Benedetto XVI, «la logica del profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come pure un rovinoso sfruttamento del pianeta. Quando invece prevale la logica della condivisione e della solidarietà, è possibile correggere la rotta e orientarla verso uno sviluppo equo, per il bene comune di tutti».

Questo appare dal testo della Stampa.web delle ore 11:28.

Su Televideo Rai delle 13:20 appare questo comunicato:
«Pd, Veltroni: serve un programma chiaro.

Il Pd nasce per evitare che in futuro possa esserci una coalizione che si presenta davanti ai cittadini “senza chiarezza di proposta”, perché gli elettori”non capirebbero e non ci seguirebbero”. Così Veltroni, sindaco di Roma e candidato alla segreteria del Pd. Quindi rimarca la necessità che il Pd abbia “un programma schiettamente riformista, in grado anche di immaginare valori carichi di radicalità del cambiamento”.”Solo così potremo rilanciare l’azione del governo e superare la crisi di rapporto tra l’Unione e il Paese”»
Probabilmente Veltroni si è sentito spiazzato dal papa che ha parlato criticamente del capitalismo, dichiarando necessaria «la scelta tra la logica del profitto come criterio ultimo nel nostro agire e la logica della condivisione e della solidarietà».
Veltroni deve essersi sentito spiazzato a sinistra dal pontefice. Ed allora è andato a rispolverare una sua lettera apparsa su «Repubblica» il 2 settembre 2006. Un anno fa.
L’unica differenza tra il comunicato di oggi e la lettera del 2006, è che la parola radicalità ha perso le virgolette che ne attenuavano la portata, per non fare apparire l’autore del testo troppo estremista. Adesso Veltroni deve recuperare in salita ed invoca la «radicalità del cambiamento».
Deve aver pensato Veltroni: se anche il pontefice dice cose negative sul capitalismo, è ora che mi svegli anch’io…


3.
Articolo di stamani di Barbara Spinelli, sulla «Stampa»: leggetelo e conservatelo.
Già il titolo dice tutto: «Il vero antipolitico? È il Palazzo».

Sotto un diverso profilo tecnico-letterario, prosegue il discorso avviato dalla Jena-Barenghi il 17 scorso. Barenghi sosteneva che ormai la politica deve prendere atto di «un fatto doloroso ma ormai palese: cioè di essere essa stessa l’antipolitica».

Barbara Spinelli scrive che «l’antipolitica nasce prima di Grillo, e non a causa di Mani Pulite ma perché Mani Pulite non è riuscita a eliminare immoralità e cinismi ma li ha anzi dilatati. Il male dell’anti-politica è cominciato con la Lega, per culminare nell’ascesa di Berlusconi e nel patto d’oblio che egli strinse con parte dell’ex-Dc, dell’ex-Psi, dell’ex-Pri (oltre che con la sinistra nella Bicamerale). È un male che ha contaminato parte della stampa e televisione…».


Non voglio fare un riassunto del fondo di Barbara Spinelli, va letto tutto, tuttavia riporto un altro passo per sottolineare il taglio che l’articolo ha ricevuto, ovvero lo studio del contesto in cui il fenomeno Grillo è nato, e la serietà che anche i comici possono indossare in determinati momenti della storia (o della cronaca se si vuol volare più basso…): «La figura del buffone che dice la verità senza esser creduto perché appunto considerato buffone è già nell’Aut-Aut di Kierkegaard. “Accadde, in un teatro, che le quinte presero fuoco. Il Buffone uscì per avvisare il pubblico. Credettero che fosse uno scherzo e applaudirono; egli ripetè l’avviso: la gente esultò ancora di più. Così mi figuro che il mondo perirà fra l’esultanza generale degli spiritosi, che crederanno si tratti di uno scherzo”».


4.
Grillo suggerisce: “Tutti in Comune a controllare cosa fanno i politici”.

Io modestamente nel mio piccolo l’ho fatto. Ma non essendo Grillo qualcuno si è adirato bene, come ho già raccontato sotto il titolo di «Liberi di tacere?».

5.
Mia semplice conclusione che non serve altro che a render chiare a me stesso le mie idee…
Il web diventerà sempre più importante, i blog saranno al servizio della politica come i giornali venti o trent’anni fa.
Lo pensa anche Barbara Spinelli: «Né la politica né le televisioni né i giornali hanno il potere di estromettere il nuovo mondo della comunicazione e della denuncia che si chiama blogosfera».
Il fenomeno in Italia è condizionato da tre fattori, aggiunge l’editorialista, tra cui il primo è «la complicità che lega il giornalista classico al politico, e che ha chiuso ambedue in una sorta di recinto inaccessibile: il giornalista parla al politico e per il politico, il politico parla al giornalista di se stesso e per se stesso, e nessuno parla della società, che ha l’impressione di non aver più rappresentanti».

Sarà necessario che i blog siano sempre pià attenti al «local» che al «global».
Avranno ‘voglia’ gli editori dei blog di accettare questa linea?

Circa il fondo di Eugenio Scalfari su «Repubblica», l’immagine della «prova d’orchestra» (dall’omonimo film di Federico Fellini») con «pifferi e tromboni», è molto bella.
Ma non credo che la condizione attuale sia quella dello sfascio del 1919.

Chiudo per non farla troppo lunga, dopo aver dato una risposta ad un lettore che mi chiede perché abbia scritto: “…il vero antipolitico è lo stesso Prodi che vive a Palazzo Ghigi perché non vogliamo che vi ritorni il Cavaliere».

In breve. Ho scritto «non vogliamo» per allargare la fascia dalla maggioranza attuale a parte di quella precedente.
Berlusconi non lo accettano più come leader né Casini né Fini né Bossi. I primi due aspettano l’occasione propizia e non traumatica per rompere ed andare verso il «grande centro», il terzo va per conto suo, ogni giorno, è incontrollabile.

Il bello sarà quando nel grande centro appariranno altri personaggi come Dini (che ha già in corso le pratiche di separazione da Prodi) e Mastella (che smania di saltare il fosso e non lo nasconde).


6.

Dimenticavo. Leggete Mina di oggi sulla «Stampa». Ormai Grillo, scrive la signora Mazzini, «parla con la voce di milioni di persone che, finalmente, hanno capito le urgenze che riguardano tutti quanti». Per cui «sarà dura metterlo a tacere».


L’immagine di Beppe Grillo è presa dal sito:
www.bloggers.it/progettomayhem.

Sotto Veltroni, il papaultima modifica: 2007-09-23T18:28:10+02:00da rimino
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