Alcune cose lette od accadute nelle ultime ore.
1.
2.
Questo appare dal testo della Stampa.web delle ore 11:28.
Su Televideo Rai delle 13:20 appare questo comunicato:
«Pd, Veltroni: serve un programma chiaro.
Veltroni deve essersi sentito spiazzato a sinistra dal pontefice. Ed allora è andato a rispolverare una sua lettera apparsa su «Repubblica» il 2 settembre 2006. Un anno fa.
L’unica differenza tra il comunicato di oggi e la lettera del 2006, è che la parola radicalità ha perso le virgolette che ne attenuavano la portata, per non fare apparire l’autore del testo troppo estremista. Adesso Veltroni deve recuperare in salita ed invoca la «radicalità del cambiamento».
Deve aver pensato Veltroni: se anche il pontefice dice cose negative sul capitalismo, è ora che mi svegli anch’io…
3.
Articolo di stamani di Barbara Spinelli, sulla «Stampa»: leggetelo e conservatelo.
Già il titolo dice tutto: «Il vero antipolitico? È il Palazzo».
Barbara Spinelli scrive che «l’antipolitica nasce prima di Grillo, e non a causa di Mani Pulite ma perché Mani Pulite non è riuscita a eliminare immoralità e cinismi ma li ha anzi dilatati. Il male dell’anti-politica è cominciato con la Lega, per culminare nell’ascesa di Berlusconi e nel patto d’oblio che egli strinse con parte dell’ex-Dc, dell’ex-Psi, dell’ex-Pri (oltre che con la sinistra nella Bicamerale). È un male che ha contaminato parte della stampa e televisione…».
4.
Grillo suggerisce: “Tutti in Comune a controllare cosa fanno i politici”.
5.
Mia semplice conclusione che non serve altro che a render chiare a me stesso le mie idee…
Il web diventerà sempre più importante, i blog saranno al servizio della politica come i giornali venti o trent’anni fa.
Lo pensa anche Barbara Spinelli: «Né la politica né le televisioni né i giornali hanno il potere di estromettere il nuovo mondo della comunicazione e della denuncia che si chiama blogosfera».
Il fenomeno in Italia è condizionato da tre fattori, aggiunge l’editorialista, tra cui il primo è «la complicità che lega il giornalista classico al politico, e che ha chiuso ambedue in una sorta di recinto inaccessibile: il giornalista parla al politico e per il politico, il politico parla al giornalista di se stesso e per se stesso, e nessuno parla della società, che ha l’impressione di non aver più rappresentanti».
Sarà necessario che i blog siano sempre pià attenti al «local» che al «global».
Avranno ‘voglia’ gli editori dei blog di accettare questa linea?
Circa il fondo di Eugenio Scalfari su «Repubblica», l’immagine della «prova d’orchestra» (dall’omonimo film di Federico Fellini») con «pifferi e tromboni», è molto bella.
Ma non credo che la condizione attuale sia quella dello sfascio del 1919.
Chiudo per non farla troppo lunga, dopo aver dato una risposta ad un lettore che mi chiede perché abbia scritto: “…il vero antipolitico è lo stesso Prodi che vive a Palazzo Ghigi perché non vogliamo che vi ritorni il Cavaliere».
In breve. Ho scritto «non vogliamo» per allargare la fascia dalla maggioranza attuale a parte di quella precedente.
Berlusconi non lo accettano più come leader né Casini né Fini né Bossi. I primi due aspettano l’occasione propizia e non traumatica per rompere ed andare verso il «grande centro», il terzo va per conto suo, ogni giorno, è incontrollabile.
6.
L’immagine di Beppe Grillo è presa dal sito:
www.bloggers.it/progettomayhem.