Giovinezze


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Gad Lerner su «Repubblica» di stamani ha composto un editoriale che, a chi ha 65 anni come il sottoscritto, desta una certa preoccupazione. Detto in breve, ma molto in breve, sembra che tutti i mali della società attuale e futura (per i prossimi due decenni come minimo) dipendano dall’esistenza e circolazione dei «vecchi». Che sono troppi, e costano e costeranno sempre più al resto del popolo italiano.

Tra gli argomenti addotti da Lerner a sostegno della convinzione che sta dietro al ragionamento articolato nel suo pezzo, c’è anche la statistica degli incidenti stradali provocati dagli anziani. Forse a Lerner sfuggono le statistiche delle stragi del sabato sera. Con giovani ubriachi e drogati.

Alla fine Lerner propone di estendere il suffragio universale anche ai neonati. Benissimo. Nulla da obiettare. Una testa, un voto. Regola classica.

Ma in tutto questo gran parlare che si fa per un nuovo patto generazionale, sfugge un particolare che c’è già nella nostra Costituzione, quello della solidarietà sociale.

Se a qualcuno viene in mente di fare i calcoli dei costi delle cure per particolari patologie che affliggono o i giovani o gli anziani, ne potrebbe anche ricavare l’estrema conseguenza di un ritorno al monte Taigeto, quello da cui a Sparta si gettavano i bambini nati deformi.

Senonché, con il progredire della civiltà, da Sparta a Roma, attraverso anche quella Roma dei “fatali colli” su cui splendeva il sole dell’impero al canto di «Giovinezza, primavera di bellezza», qualcuno potrebbe concludere che prima dei neonati da gettare in qualche discarica legale e votata dai signori parlamentari che soffrono se non hanno il gelato a metà pomeriggio, si gettino quelli che hanno una certa età, soffrono di certi disturbi oppure costano troppo al servizio sanitario nazionale.

So che Lerner nel suo “retropensiero” non aveva queste intenzioni forzate che ne deduco maliziosamente. Ma occorre essere consapevoli che le idee del deforme da cacciare o annientare non sono poi tanto strane in una società che fa del ‘successo’ fisico l’unico metro di valutazione accettato.

Caro Lerner, una confidenza. Conoscevo bene un “32” della Massoneria, a cui è stata anche intestata una loggia: con il massimo candore sosteneva la teoria del monte Taigeto. I suoi confratelli oggi lo venerano come grande mente illuminata. Forse non aveva mai loro confidato quel pensiero che riservava a noi amici.

La mia generazione a vent’anni doveva rispettare i vecchi. Adesso che siamo entrati noi in quella categoria, dobbiamo temere ritorsioni sociali (per usare un eufemismo) solo per il pregiudizio dell’età?

Condivido e sottoscrivo quanto espresso dal prof. Giovanni Sartori nel suo fondo di prima pagina del «Corriere della Sera» di oggi, circa la proposta di Carlo Azeglio Ciampi (eletto a 79 anni presidente della Repubblica), di far chiudere a 55 anni ogni carriera politica.

Sartori sostiene: «Ho conosciuto moltissimi maestosi imbecilli di tutte le età, così come persone che restano intelligenti a 90 anni». Un’aggiunta di carattere generale. Chi ha concluso una onorata carriera ed ottenuto una rispettabile liquidazione in enti privati, non vada ad occupare cattedre universitarie in materie che non ha mai né insegnato né conosciuto, ma lasci il posto ai giovani studiosi competenti in quelle materie.

Questo è il vero scandalo che tutti vedono ma nessun vuol denunciare. Le mafie di ogni tipo e colore esistono, basta guardare alla vicenda delle cattedre bolognesi di cui si parla da qualche mese. Non facciamo però finta che non esistano, queste mafie.

Prima di parlare delle persone anziane che guidano male le auto, raccontiamo queste cronache di ordinaria corruzione che affliggono atenei ed istituzioni culturali nazionali.

Post scriptum. Tanto per esser chiaro, nella mia famiglia siamo in due, ed entra soltanto la mia pensione di insegnante statale. Notoriamente una cifra da nababbo.

Antonio Montanari
Blog La Stampa
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Giovinezzeultima modifica: 2007-07-14T17:31:46+02:00da rimino
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