Latinorum

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Messa in latino. Forse sarebbe il caso di dire che si torna al “latinorum” temuto da Lorenzo Tramaglino, detto Renzo, nel secondo capitolo dei «Promessi sposi» di Alessandro Manzoni. «Che vuol ch’io faccia del suo latinorum?» dice il povero Renzo a don Abbondio il quale risponde: «Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza, e rimettetevi a chi le sa».

C’è un altro celebre passo del romanzo manzoniano in cui il latino non serve a comunicare ma a tappare la bocca.

C’è padre Cristoforo che lo usa per mettere a tacere fra Fazio. Siamo al capitolo ottavo.

Fra Fazio obietta sull’arrivo di Lucia in convento: «…ma padre, padre! di notte… in chiesa… con donne… chiudere… la regola… ma padre!». E fra Cristoforo chiude il discorso con quell’ «Omnia munda mundis» («Tutto è puro per i puri»), «dimenticando che questo [fra Fazio, appunto] non intendeva il latino. Ma una tale dimenticanza fu appunto quella che fece l’effetto», ironizza Manzoni…

Ecco davanti alla ripristinata messa in latino, vengono tutti questi dubbi suggeriti da un’onesta coscienza cattolica come quella di Manzoni.

Forse siamo soltanto davanti ad una messinscena che accontenterà pochi dotti, e rovinerà decenni di ecumenismo.

Dato che un novello don Abbondio potrebbe obiettarmi (a ragione) «Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza, e rimettetevi a chi le sa», mi rifaccio con una citazione dello scritto di uno che se ne intende, padre Enzo Bianchi che su «la repubblica» di oggi 8 luglio 2007 fa acute osservazioni.

Al papa che sostiene «un uso duplice dell’unico e medesimo rito», Bianchi obietta: che «non si possono tacere le differenze». Con il messale di Pio V, si pregherà per «eretici e scismatici perché il Signore li strappi da tutti i loro errori» mentre per gli ebrei si userà l’espressione «popolo accecato».

Da sempre la forma è sostanza. Questo doppio messale, con un Dio invocato in latino contro gli errori degli scismatici e gli accecamenti degli ebrei, è una messinscena che fa paura a chi come me, soltanto per l’età, ha visto i mille, faticosi sforzi per creare una concezione ecumenica che dimenticasse gli odi fraterni. Non per nulla Giovanni Paolo II chiese scusa per gli errori compiuti dalla Chiesa di Roma, fra i quali ci sono appunti i roghi contro eretici e scismatici e gli odi contro i «fratelli maggiori» ovvero gli ebrei.

Tutto questo sembra essere dimenticato nella «gioia» del ritorno del messale latino che vediamo proclamata sia a Roma sia nelle ‘parrocchie’ lefevriane.

Latinorumultima modifica: 2007-07-08T11:49:20+02:00da rimino
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