Veltroni a Torino

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Lungo messaggio alla Nazione, verrebbe da osservare per il discorso di Walter Veltroni. Ma l’ora e 40 minuti da lui impiegati rivelano il drammatico momento attraversato dal nostro Paese.
Veltroni ha parlato non da candidato ma da leader investito, da primo ministro non troppo in pectore, da uomo che sembrava uscire dal Quirinale dopo aver sciolto la riserva per l’accettazione dell’incarico.
Comunque la si pensi, non si può negare che abbia idee chiare e passo fermo.
Ha detto «Voltiamo pagina». Poi ha richiamo problemi che si sentono dibattere da 40 anni. Ne possiamo ricavare veramente la conferma che l’Italia è ad un punto morto proprio per quei politici a cui Veltroni ha dato la colpa di agire come «gruppi di potere» che cercano di attirare iscritti per «tornaconti di parte».
Mi ha convinto il punto in cui ha sostenuto che l’antipolitica non nasce dal cittadino che protesta, ma da chi soffia sul fuoco del populismo.
E di populismo e di idee vecchie ce ne sono in entrambi gli schieramenti, come Veltroni ha dimostrato in vari passaggi.
Se vincerà la corsa lui, dovrà far sì che anche nelle periferie del partito democratico i signori delle tessere e degli intrighi affaristici lascino il posto alle teste pensanti legate all’idea dell’interesse del Paese. Ci riuscirà?
Sottolineerei anche il passaggio in cui ha trattato della lotta alla precarietà per dare speranza ai giovani. Ed al Paese tutto, in fin dei conti.

Veltroni a Torinoultima modifica: 2007-06-27T19:35:12+02:00da rimino
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