Binetti verso Bondi

Binetti08Ma serve a qualcosa tutto il baccano politico che sta montando in questi giorni, a proposito di sessualità, famiglia, aborto?
Il papa ha detto: «Chi osteggia la famiglia rende fragile la pace della comunità». Benedetto Iddio, questi uomini di Chiesa che non sanno nulla del mondo! Ho tanti amici che hanno attraversato e stanno attraversando esperienze dolorose, sono cattolici praticanti ma con situazioni famigliari disperante o disperanti. Ed allora? Dovrei considerarli causa della «guerra» della società?
Ma il problema non è di oggi. Un mio coetaneo, il più educato cristianamente di tutti noi, il più esemplare socialmente, il più rispettato in certi ambienti ecclesiastici, combinò un pasticcio, come il pudore d’antan descriveva certe cose. La sua ragazza restò incinta, si tenne la sua creatura, lui se ne lavò le mani, non sentendosi all’altezza, dopo aver predicato ai suoi giovani come ci si deve comportare nella vita.

La senatrice Binetti dichiara di essere pronta a votare con l’opposizione. Dalla Bindi a Bondi, ci passa soltanto una vocale di differenza. Ma politicamente credo che sia una minaccia pericolosa per la stabilità del Paese. Ci riempiamo la bocca di inutili discussioni, e torniamo agli spettri del salto del fosso.
L’aborto non è come bere un bicchiere d’acqua fresca. Sempre, comunque e dovunque è un dramma. Ma allora perché la Chiesa non propaganda il preservativo, invece di condannarlo?

Dagli Usa ricevo la consueta “lettera” mensile di Oscar Bartoli. L’ultimo numero contiene un passo del volume “Citizen Berlusconi” scritto da Alexander Stille.
Lo riproduco in parte, dedicandolo a quanti sperano che un ritorno del Cavaliere a Palazzo Chigi possa far miracoli: «Ciò che è emerso progressivamente dopo qualche anno di governo Berlusconi è l’assenza di un vero programma, di forti obiettivi politici, di una reale ideologia che non fosse un generico anticomunismo e un impegno per la libertà economica (o quantomeno per la sua libertà economica). […] Anche il suo migliore amico Fedele Confalonieri ha ammesso, pur cercando di dirlo nei termini più positivi possibili, che “la verità è  che Berlusconi non è un politico. È un utopista. In un altro sistema, potrebbe essere un sovrano illuminato. Ma come politico democratico, beh, è decisamente anomalo.” O, come ha scritto Montanelli in toni molto meno elogiativi: “Berlusconi? Non è fascista, non è niente. Pensa di essere un incrocio tra De Gaulle e Churchill, il guaio è che ci crede. […] È un piccolo Peron sceso in campo per paura e passato dalla disperazione all’ebbrezza”».

La senatrice Binetti pensa onestamente ai suoi problemi di fede. Ma un personaggio pubblico come un senatore qual è lei, deve preoccuparsi anche dei problemi della politica. Appoggiare Bondi non credo che possa significare sperare nella resurrezione di questo «piccolo Peron» dopo la crocifissione di Prodi. Il Vaticano tesse la trama del Grande Centro. I cosiddetti riformisti del Pd ormai sono appiattiti nell’obbedienza veltroniana verso Oltretevere. Neppure questo è un fatto positivo per la sorte della democrazia.

FONTE

il-rimino.jpg
Binetti verso Bondiultima modifica: 2008-01-02T19:25:45+01:00da rimino
Reposta per primo quest’articolo