Santa ipocrisia

Mafaiwvbonino Ricevo da un collega blogger questo bel biglietto d’auguri: «Caro Antonio, nel laico dubbio che uno sia cristiano oppure no io ricorro spesso alla formula “Buone Feste di Fine Anno”, che dovrebbe andar bene per tutti».
Grazie di cuore del messaggio ed anche dell’attenzione.
A me va benissimo il Natale con relativo riferimento augurale. Considero la nascita di Cristo un evento fondamentale nella storia del mondo.
Non per nulla nel presepe davanti a tutti stanno i reietti del tempo, i pastori.

Educazione e sentimenti religiosi, mi piace però onestamente tenerli separati dall’idea dell’impianto politico della società: ecco perché molto spesso scrivo invocando il nome della laicità. (È nel Vangelo che si trova la distinzione fra Dio e Cesare…)

L’ultimo spunto al proposito è dato da un articolo di Miriam Mafai su «Repubblica» di ieri e dalla risposta odierna alla Mafai di Walter Veltroni.
L’episodio è esemplare. «Prima sconfitta per il Pd» intitolava ieri il quotidiano romano il pezzo della Mafai sul fatto che nel consiglio comunale capitolino non è stato possibile arrivare a deliberare l’istituzione di un «registro» delle unioni di fatto (semplifico molto per riassumere la discussione).
Miriam Mafai parlava di «una sconfitta per chi aveva scommesso su una possibile convergenza e unità di due riformismi, uno di origine popolare, l’altro di origine socialista».

Oggi Veltroni smentisce la Mafai, sostenendo che nulla è stato compromesso perché il problema non riguarda il consiglio comunale di una città in cui in questi anni «i diritti sono stati tutelati e rafforzati». Ma tocca la politica che deve dare «risposte legislative adeguate e moderne» per realizzare «la laicità delle istituzioni repubblicane».

Sotto l’aspetto formale, Veltroni ha ragione. Ma è la questione sostanziale che va esaminata. E la questione sostanziale è quella denunciata dalla Mafai ieri, e da Scalfari di recente: le pressioni d’Oltretevere sui politici del Pd…

Pirata

Veltroni passa la palla a Prodi: è la politica che deve dare «risposte legislative adeguate e moderne».
Non può cavarsela, WV, dicendo che lui come sindaco di Roma governa una città tollerante.
Non basta. Lui è il segretario del Pd. Due ruoli, due parti sono utili se servono a sommare la forza del personaggio.
Ma se il personaggio si sdoppia, fingendo che non ci siano state le pressioni vaticane su quel «registro» (considerato indegno per la città «sacra»), allora ha ragione Miriam Mafai nel sostenere che la vicenda capitolina è stata una sconfitta per tutto il nuovo partito prodiano-veltroniano-rutelliano (e… vaticano).

Allora ha ragione il ministro Emma Bonino quando oggi denuncia «l’intromissione giornaliera, petulante delle gerarchie» cattoliche. E dichiara: «Qui è una saga di baciapile, ce ne fosse uno che ha una famiglia normale, sono pluridivorziati e va benissimo, però poi non vadano a predicare il contrario».

Uno dei cardini su cui si regge lo spirito evangelico, è quello della testimonianza. Ovvero della coerenza fra le cose credute e quelle praticate. Ma quella coerenza non esiste nei tanti predicatori che ci affliggono con le loro litanie finalizzate soltanto a raccogliere voti. Possibile che le gerarchie ecclesiastiche non vedano? Finisco qui perché non vorrei essere scambiato per un teologo, anzi peggio per un teologo del dissenso, come si diceva una volta.
Adesso è tutto consenso. Chi racconta le balle più grosse è premiato. Contenti loro… Speriamo che ci permettano di non essere d’accordo con la santa ipocrisia.

Circa la mossa di WV di passare la mano alla «politica» (che deve dare «risposte legislative adeguate e moderne» alla laicità dello Stato), sono da leggere con attenzione le parole di Riccardo Barenghi sulla «Stampa» odierna, proprio sul doppio scacco politico del governo e quindi di Veltroni come segretario del Pd per il decreto sulla sicurezza e per la legge elettorale («ha sbagliato il metodo»).
Conclude Barenghi che «nel suo partito non sono pochi quelli che non vedono l’ora di sgambettare il leader e ridimensionarlo. Figuriamoci nel resto del Palazzo».

Fonte

Santa ipocrisiaultima modifica: 2007-12-19T18:50:00+01:00da rimino
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