Allegro, Veltroni!

Lcmwv15122007 Pure l’allegro Renzo Arbore ha sempre avuto i suoi «momenti di tristezza», racconta la sua “leggenda”.
Figurarsi noi. Anche prima di leggere la diagnosi del «New York Times». Il suo corrispondente da Roma ha scritto che siamo il popolo più triste d’Europa. L’Italia è una nazione «attanagliata dalla paura». Alla frutta. «L’Italia non si vuole più bene: c’è un senso di malessere generale nel Paese».
Commenta Luca Cordero di Montezemolo su «Repubblica» di oggi: «Qui chi nasce povero rischia quasi sempre di morire povero».  L’Italia non ha al centro dei propri pensieri l’educazione, quindi il futuro dei giovani. Trascura il bene comune. Troppa evasione fiscale («che è un furto») e troppi incidenti sul lavoro. Dobbiamo puntare sulle capacità delle persone, premiandone il merito, e non sulla cooptazione.

Oggi Veltroni ritorna sull’articolo del NYT, e propone la sua ricetta: «L’Italia ha bisogno obiettivamente di ritrovare fiducia, sorriso, serenità, energia e speranza».

Mettendo sulla bilancia del realismo politico l’intervista di LCM e le parole di WV, il piatto sale per il presidente di Confindustria. Sintomo allarmante, se appare più moderna Confindustria che è per dote genetica l’immagine del conservatorismo.

Qualche sera fa il sen. Giorgio Tonini, ospite di Giuliano Ferrara, dichiarava il Pd un partito di centro. Era nato con la pretesa di rappresentare il riformismo di centro-sinistra. Ha perso per strada già qualcosa della dote che aveva offerto agli elettori. Avanti di questo passo, e Veltroni sarà meno progressista e riformista di LCM.
La cosa rende ancora più tristi. Non per non condividere le opinioni di LCM. Ma per constatare come l’Italia stia perdendo tempo prezioso. Tra le solite recite di Silvio Berlusconi che si proclama perseguitato dai magistrati, e le sdolcinate prediche di WV. Dove trovare (anzi ritrovare) «fiducia, sorriso, serenità, energia e speranza»?

Il «dubbio» odierno di Pietro Ostellino sul «Corriere della Sera», tratta di «poteri separati e ben squilibrati».
Partendo dal caso Forleo-De Magistris, scrive: «indagavano su personalità del centrosinistra [e] sono stati censurati dal Consiglio superiore della magistratura».
Poi va giù pesante con il capo dello Stato. Sulla cui figura osserva in generale: «a me pare farisaico continuare a ritenere – chiunque egli sia – una sorta di Immacolata Concezione al di sopra delle parti politiche».
In particolare su Napolitano, riporta le sue parole d’invito  a magistrati e giudici «a non inserire in atti processuali valutazioni e riferimenti non pertinenti e chiaramente eccedenti rispetto alle finalità dei provvedimenti».
Ostellino le commenta così:  «più di una raccomandazione ‘tecnica’ […] sono parse un messaggio ‘politico’».
Conclusione: «siamo ancora uno Stato di diritto?».
Personalmente propendo per la risposta negativa, non soltanto per le vicende Forleo-De Magistris, ma per il fatto stesso che in Italia oggi la Giustizia non funziona. E se non funziona essa, appunto lo Stato di diritto o è un ricordo o è una chimera.
Dovendo scegliere tra ricordo e chimera, propenderei per la seconda. Infatti i guai denunciati da LCM sono molto antichi. Non soltanto di oggi.
In Italia pochi sorridono e molti ridono. Anzi deridono. È questo l’aspetto tragico della nostra situazione politica. Non abbiamo paura del nuovo, come pensa Veltroni. Abbiamo timore del vecchio che non vogliamo scrollarci da addosso: l’evasione fiscale, gli incidenti sul lavoro, la cooptazione di cui ha parlato LCM. Ma Veltroni non legge «Repubblica»?

A gridare «Allegria» è rimasto soltanto Mike Bongiorno. Chissà perché.

Allegro, Veltroni!ultima modifica: 2007-12-15T19:17:56+01:00da rimino
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