Enzo Biagi ed Enzo Tortora

Tortora_biagi_blog Ieri sera sul digitale di Rainews24 è andata in onda una serata dedicata ad Enzo Biagi in diretta dal Teatro Quirino di Roma. Vi hanno partecipato anche Bice e Carla Biagi, le figlie del «cronista» (per usare la qualifica che più gli piaceva) scomparso un mese fa.
Ad un certo punto, è stata data lettura di un articolo scritto da Enzo Biagi per l’arresto di Enzo Tortora. Un articolo importante, perché come si può anche leggere nel sito di «Misteri d’Italia», Biagi «fu il primo a lanciare un appello in suo favore al grido di “E se Tortora fosse innocente?”».
Biagi scrisse: «Mentre voi leggete questo articolo, Enzo Tortora è a colloquio con i giudici: sapremo poi, con più esattezza, di quali reati è incolpato, o meglio di quali deplorevoli fatti si sarebbe reso responsabile. Fino all’ultima sentenza, per la nostra Costituzione, stiamo parlando di un innocente. Invece, in ogni caso, è già condannato: dalla riprese televisive, dai titoli dei giornali, dalla vignetta del pappagallo che finalmente parla e dice: “Portolongone”, dal commento senza carità di quello scrittore che afferma: “in qualunque maniera vada, è finito per sempre”. O dell’altro che annota, seguendo la cronaca: “tempi durissimi per gli strappalacrime”».

Dieci anni dopo la morte di Tortora (riprendo pure da «Misteri d’Italia»), «fu ancora Biagi il primo a volerlo ricordare: “Ognuno ha le sue convinzioni, ma quanta cattiveria in certi resoconti, che rancore, e che piacere per il povero idolo televisivo infranto da un mandato di cattura”».

L’intensa lettura dell’articolo di Biagi del 1983 da parte di Monica Guerritore, è stato il momento più interessante della trasmissione di ieri sera. La parole ed i ricordi dei tanti intervenuti (tra cui Romano Prodi), hanno suscitato l’emozione filtrata dai ricordi offerti o dalla considerazioni politiche presentate giustamente circa l’importanza di una libera informazione per realizzare una vera democrazia. Soltanto la pagina di Biagi però ha fatto toccare con mano due problemi veri, che non dipendono da nessuna norma positiva del Diritto, ma unicamente dal dettato della coscienza.

Il primo problema riguarda l’accanimento belluino con cui le cronache alimentarono sin dal primo momento il caso-Tortora. Ricordo di aver ascoltato la notizia del suo arresto dal gr delle 7.30. Con gli amici scommisi che si trattasse di una balla. Tortora non aveva la faccia da doppiogiochista, da truffatore, da delinquente o da gangster. Avrei avuto ragione, era innocente.

Il secondo problema sta dietro quell’accanimento belluino dei giornalisti, sta nell’operato della magistratura. Sta nella capacità di leggere i fatti. Sta non nell’avere l’obiettivo di accumulare carte (dove anche le accuse più inverosimili assumono la dignità di verità giudiziaria, anche se in via soltanto di ipotesi, ma comunque con l’arresto di un innocente ed il suo sputtanamento pubblico). Ma sta nell’avere il massimo rispetto dell’innocente dal primo momento fino a sentenza definitiva.

Per cui per farsi belli non si organizza l’arresto di un grande personaggio pubblico come se fosse la sfilata di una aspirante miss a qualche concorso di bellezza, con fotografi pronti a scattare mille immagini, ad immortalare l’umiliazione suprema per un innocente: i ferri della giustizia (della presunta giustizia) ai polsi.

Le figlie di Enzo Biagi alla fine hanno detto che sarà istituito un concorso non per i grandi del giornalismo (qualche settimana fa, un autorevole riconoscimento in tal senso è stato attribuito, a Ravenna, a Mike Bongiorno ed a Giulio Andreotti), ma per giovani cronisti di provincia.
Ottima idea. Perché come ho scritto sopra, Enzo Biagi amava definirsi un «cronista». Perché ai giovani va dimostrato che la democrazia ha bisogno di questo benedetto quarto potere di cui parlavano i famigerati pensatori del Settecento europeo, di quel «tribunale invisibile» della pubblica opinione che controlli tutto ciò che è di tutti e riguarda tutti, come la vita politica. Un tribunale «che col fatto ci dimostra che la sovranità è costantemente e realmente nel popolo» (Gaetano Filangieri, 1753-1788).

Ho la vaga impressione, per esperienza personale, che oggi, si insegni ai giovani cronisti soltanto come appuntare i discorsi delle conferenze-stampa e come riassumere i comunicati che arrivano in redazione. Senza dare fastidio a nessuno.

Il ricordo di Biagi e l’esempio di quello che lui spiegò nella vicenda di Tortora, possono essere utili a tutti, ma soprattutto a quanti aspirano a scrivere decentemente (non parlo di stile, ma di contenuti) e che stanno oggi facendo la loro gavetta. La gavetta non deve né spaventare né umiliare, perché tutta la vita è un’infinita gavetta. Ogni giorno siamo messi alla prova. Per essere onesti verso gli altri, dobbiamo anzitutto esserlo con noi stessi, e riconoscere che soltanto gli imbecilli si sentono perfetti. Noi siamo persone sempre da perfezionare. Tutti ogni giorno, giovani o vecchi abbiamo qualcosa da imparare.

Ringrazio commosso Gian Contardo Colombari per il suo commento di ieri. Con le ultime parole di cui sopra rispondo al suo elogio. Non mi faccia montare la testa. Scrivere è un modo di vivere o di sopravvivere. È un lavorare per dare un senso alla propria esistenza. Debbo ringraziare gli amici conosciuti o sconosciuti che leggono e commentano. Mi fanno sentire presente a me stesso.
Ad Emilio dico che sono sempre stato fautore del dialogo, fin dai tempi in cui fui educato a questa filosofia da Giovanni Maria Bertin che mi fu docente di Pedagogia al Magistero di Bologna. Per cui riconosco che le contrapposizioni di cui parla Emilio ci sono, e sono pericolose. Ma il fatto che esistano ondate laiciste, non deve precludere a sottolineare od indicare la strada della concezione laica dello Stato, alla quale mi richiamo, partendo dalla stella polare della nostra Costituzione.

Post scriptum. Quelli della mia generazione sono stati educati tutti dall’Azione cattolica. Ne riparleremo, semmai.

Attenzione. Per qualche giorno non ho pubblicato qui i nuovi post: li potete leggere qui.

Enzo Biagi ed Enzo Tortoraultima modifica: 2007-12-04T19:23:45+01:00da rimino
Reposta per primo quest’articolo