Se il bus si ferma a piazza Venezia

08102007Scusate la confusione che ho in testa. La politica italiana, stando alle cose lette oggi, sembra essere una corsa di autobus che non seguono più i percorsi fissati, ma fanno salire e scendere i passeggeri dove e come càpita. Non si sa se per colpa del guidatore o di un diabolico piano carnevalesco che mescola mezzi e persone. E poi se succede che qualche passeggero protesta, allora giù tutti a dire: ma guarda questi qui che invece di ringraziare perché li scorrazziamo gratis dappertutto, hanno anche l’ardire di lamentarsi: ma dove si credono di essere?


Fanno tristezza le conclusioni di Luca Ricolfi nell’editoriale della «Stampa» di oggi sulle colpe dei partiti politici: «Se i nuovi soggetti politici proliferano come funghi d’autunno, è anche perché nei partiti maggiori la partecipazione è soffocata, i burocrati imperano, il dibattito è astratto e poca, pochissima, è la voglia di capire, di ascoltare, di misurarsi davvero con i problemi dell’Italia».


Fanno inquietudine le conclusioni di Marc Lazar su «Repubblica» di oggi nel pezzo intitolato «L’Italia malata di febbre antipolitica», per cui in Italia «il tempo stringe», mentre è in atto una corsa tra i demagoghi dell’antipolitica e «gli artigiani di una profonda rigenerazione della politica che punta a condizionare l’avvenire della democrazia in Italia».

In questa corsa, sono apparse anche stranezze come l’invito di Antonio Di Pietro a MVBrambilla alla festa dell’Italia dei valori di Vasto: «Gli astanti l’hanno acclamata come una star hollywoodiana, centinaia di foto ricordo e autografi», ha riferito Ugo Magri.

O come la proposta di Veltroni alla consorte di Berlusconi ad iscriversi al Pd. La signora Veronica ottimisticamente ha detto a Maria Latella del «Corriere della Sera»: «Forse Veltroni vorrebbe dare rilievo all’esperienza di una madre di famiglia, sia pure molto privilegiata. È un ruolo che per tante donne è ancora il più importante».

Il progetto di Veltroni era semplicemente quello di rimescolare ancora di più le carte, sperando di convincere una fetta dell’elettorato a lui avverso che, se la moglie del capo dell’opposizione appoggiava il principale partito di governo, allora si potevano fare ponti d’oro a questo partito ed al suo futuro segretario (lo stesso Veltroni).
Pia illusione, o errore strategico? Tutti i due aspetti, in questa corsa impazzita degli autobus, in cui chi cerca  di arrivare a piazza Montecitorio si trova scaricato a piazza Venezia.

Antonio Montanari

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Se il bus si ferma a piazza Veneziaultima modifica: 2007-10-08T18:22:38+02:00da rimino
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